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Segno e Materia [Anni 50-60]

Nella seconda metà del XX secolo l’arte occidentale è fortemente caratterizzata da espressioni artistiche non figurative. In Italia è acceso il confronto tra astrattisti e realisti, eco del dibattito politico in corso all’indomani della Seconda guerra mondiale e della riflessione sul ruolo dell'artista nella società. Per gli esponenti del gruppo Forma 1, nato nel 1947, solo lo stile astratto può restituire la realtà attuale segnata dallo slancio della ricostruzione. In questo contesto, il “segno” di Giuseppe Capogrossi si sviluppa in infinite variazioni, fino a diventare modulo decorativo, mentre le onde ripetute e colorate di Carla Accardi dimostrano l’intenzione dell’artista di meditare su singole e ripetute forme. Fanno da contrappunto i protagonisti del gruppo Corrente, Renato Guttuso e Renato Birolli che sostengono la necessità di un’arte figurativa e esplicitamente militante, in grado di essere subito comprensibile alle masse. 
Il percorso continua con le opere di artisti che sperimentano linguaggi inediti e “nuovi materiali”, come Alberto Burri che utilizza inserti di plastica, sabbia, ferro, cemento nelle sue tele, e i primi interventi artistici di natura esperienziale, tra questi Piero Manzoni che riprende le avanguardie dada-costruttiviste, giungendo a ricerche drastiche e paradossali, con ragionamenti sul “fare artistico” e sul “ruolo dell’autore che precorrono l’arte concettuale”. 

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