Sale VIII-IX-X

Sale VIII-IX-X

Il decennio di preparazione 1849 - 1859 e la Seconda Guerra d’Indipendenza

Dopo il 1848-49 la repressione del governo austriaco si inasprì ma non fermò il movimento patriottico. Nel frattempo, nel Regno di Sardegna, vennero attuate diverse riforma politiche ed economiche sotto la guida del Primo Ministro Camillo Benso Conte di Cavour, figura chiave nel processo di unificazione italiana. Promosse il commercio e grandi investimenti nel settore agricolo e industriale; candeggiò inoltre la partecipazione alla spedizione in Crimea (1853-56). Proprio questa abile mossa gli consentì di partecipare alla conferenza di pace di Parigi e di sottoporre per la prima volta all'attenzione delle potenze europee la questione dell’unificazione italiana. Riuscì così a stipulare un accordo con Napoleone III: in caso di attacco austriaco la Francia sarebbe intervenuta a fianco dell’esercito sabaudo. Le speranze unitarie e il fermento politico del decennio 1849-59 influenzarono e ispirarono le opere dei grandi artisti italiani. Le allegoriche rappresentazioni di Venezia irredenta e del suo patriottico desiderio di riscatto dall’odiato dominio del governo asburgico ricorrono molto frequentemente in tutta la produzione pittorica del nord Italia, in una serie di seducenti immagini a metà tra la tradizionale celebrazione allegoria, il genere storico e una più contemporanea retorica narrativa. Ne è un celebre esempio il dipinto Venezia che spera di Andrea Appiani Jr., presentato alla rassegna annuale di Brera del 1861. 

La Seconda Guerra di Indipendenza 

Forte dell’accordo stretto Cavour provocò il governo di Vienna con una serie di manovre militari vicino al confine; l’Austria impose un ultimatum il 23 aprile 1859, pretendendo la completa smobilitazione dell’esercito sabaudo ma, respinto, l’Austria dichiarò guerra. Gerolamo Induno, presente in prima persona a tutti gli episodi cruciali del Risorgimento italiano, immortalò uno dei momenti più drammatici e leggendari della Seconda Guerra d’Indipendenza, la vittoria francopiemontese del 4 giugno del 1859 a Magenta sull’esercito austriaco, successo che aprì le porte alla liberazione di Milano, primo passo verso l’Unità d’Italia. Nonostante le vittorie riportate, temendo un intervento tedesco in soccorso agli austriaci, Napoleone firmò, il 14 luglio, un armistizio a Villafranca.

Il rapido espandersi della notizia dell’armistizio e la sua eco tra la gente comune, suscitò in Domenico Induno, grande illustratore del popolare quotidiano, l’idea di rappresentare un’immagine che ne cogliesse le diverse reazioni, in particolare quelle di un gruppetto eterogeneo di persone riunite in una trattoria fuori porta, in un quadro ambientale e di costume estremamente scenografico. La Lombardia, con la sua capitale Milano, venne unificata al Regno di Sardegna; il Veneto rimase invece sotto la dominazione austriaca. Nel frattempo insurrezioni rivoluzionarie avevano posto fine ai governi del Ducato di Parma e di Modena, del Granducato di Toscana e dello Stato Pontificio; nel 1860 questi territori centrali, tramite un plebiscito, entrarono a far parte del Regno di Sardegna.