Sala III-IV

Sala III-IV

La restaurazione 

Il Risorgimento italiano ha inizio con l’occupazione di Napoleone, che portò con se un rinnovamento politico La litografia dell’artista francese Jean Baptiste Isabey testimonia uno degli avvenimenti politici più significativi del XIX secolo: il Congresso di Vienna, che si tenne nella capitale dell’Impero Asburgico dal novembre 1814 al mese di giugno dell’anno seguente. Iniziò così quella che viene definita l'età della Restaurazione: i confini politici degli Stati europei furono ridisegnati, ripristinando l’Ancien Regime e restituendo il trono ai legittimi sovrani spodestati da Napoleone.

L’Austria ritornò a governare sul Lombardo-Veneto, dove, però, nuovi ideali di indipendenza e nazionalità si stavano propagando nonostante una severa censura e un rigido controllo di polizia. Il pesante carico fiscale, il servizio militare obbligatorio e il protezionismo esasperarono l’opposizione contro l’Austria e molti cospiratori furono torturati ed imprigionati nella fortezza dello Spielberg, nel sud della Moravia, come testimonia il manifesto di sentenza di Silvio Pellico e di altri patrioti italiani.

La loro azione segreta è abilmente dissimulata da Andrea Appiani Jr. nella tela nota oggi con il titolo “La cospiratrice”, definita ai tempi, in modo meno compromettente, come “giovane italiana emigrata”. In quegli stessi anni Mazzini e Garibaldi, due tra i padri fondatori della patria, iniziarono la loro fervente attività politica, gettando le basi della futura Italia unita ed indipendente. Il pittore Italo Nunes Vais colse un momento cruciale della vita di Garibaldi: l’incontro in una taverna a Taganrog, in Crimea, con gli iscritti alla Giovine Italia, alla quale aderì al suo rientro.