I colori e la visione degli uccelli

I colori e la visione degli uccelli

I colori degli uccelli, prodotti dalla luce riflessa da vari pigmenti organici depositati nella struttura delle penne, hanno da sempre stimolato la fantasia degli artisti e sono utilizzati dagli ornitologi e dagli appassionati come carattere per discriminare specie diverse o le differenze tra sessi, età e piumaggi stagionali all’interno della stessa specie. Certamente, la nostra interpretazione biologica della colorazione del piumaggio potrebbe essere in gran parte condivisa dagli stessi uccelli.
Tuttavia, la nostra vista è di molto inferiore a quella degli uccelli. Negli uccelli la luce passa nell’occhio attraverso mezzi assai più trasparenti di quelli presenti nell’occhio umano, producendo immagini assai più nitide e definite sulla retina. Ciò avviene anche grazie all’enorme numero di fibre che compongono il nervo ottico degli uccelli e a vari altri adattamenti peculiari della classe.
Nell’essere umano le cellule della retina deputate a tradurre gli stimoli visivi cromatici provenienti dall’ambiente, i coni, sono di tre tipi e raccolgono luce nella gamma del blu, del verde e del rosso: questi colori combinati restituiscono la tavolozza da noi percepita. Negli uccelli diurni, ci sono quattro tipi di coni: il quarto tipo è sensibile all’ultravioletto. Ciò significa che questi animali vedono nella gamma della luce dello spettro visibile a noi umani (dal rosso al violetto): in più, combinando la luce visibile con l’ultravioletto, possono percepire tonalità per noi inimmaginabili. Gli uccelli notturni, al contrario, utilizzano soprattutto la visione bicromatica data da un altro tipo di cellule, i bastoncelli, presenti anche nei mammiferi.
In conclusione, i nostri limiti visivi non ci permettono di descrivere con precisione ciò che vede un uccello: solo da poco cominciamo a capire la grande portata di queste differenze e a interpretarle in chiave evolutiva con risultati sorprendenti.