ZOOLOGIA DEI VERTEBRATI: L’innalzamento delle temperature marine e il fenomeno dello sbiancamento dei coralli

ZOOLOGIA DEI VERTEBRATI: L’innalzamento delle temperature marine e il fenomeno dello sbiancamento dei coralli

L’ecosistema corallino copre una superficie di circa 300.000 km2. Seppure presenti anche in acque temperate fino a 2000 m di profondità con temperatura fino a 4 °C, la maggior parte delle formazioni coralline vive in una fascia compresa tra 30°N e 30°S intorno all’Equatore, a profondità non superiori ai 50 m e con temperature di 26-27 °C. La maggior parte dei coralli (circa il 92%) prospera nella regione Indo-Pacifica che include il Mar Rosso, l’Oceano Indiano, l’Asia sudorientale e il Pacifico.
Grazie ai coralli, un grandissimo numero di organismi (pesci, tartarughe marine, crostacei, molluschi, celenterati, alghe, ecc.) trovano cibo, riparo e luoghi adatti alla riproduzione. L’esistenza di questo ambiente dipende dalle “zooxantelle”, alghe unicellulari che vivono in simbiosi all’interno dei coralli dove, svolgendovi la fotosintesi clorofilliana cedono zuccheri e altri nutrienti in cambio di anidride carbonica, fosfati e composti azotati forniti dai coralli. Le zooxantelle sono anche responsabili dei colori, spesso vivaci, delle formazioni coralline.
Il diorama mostra una situazione naturale ideale in un piccolo settore di barriera corallina, poco al di sotto della superficie del mare, a ridosso di una delle circa 1200 isole dell’arcipelago delle Maldive, nell’Oceano Indiano. Tuttavia, ambienti corallini come quello delle Maldive sono molto minacciati dal cambiamento climatico, causa della morte dei coralli (sbiancamento), dell’acidificazione degli oceani, dell’innalzamento del livello del mare e del cambiamento del regime delle piogge. Episodi importanti di sbiancamento dei coralli si sono verificati nel 1998, nel 2010 e nel 2016, uccidendo gran parte di questi fondamentali organismi. Il fenomeno consiste nell’espulsione delle zooxantelle da parte dei coralli, in seguito a uno stress come quello dovuto all’abnorme aumento della temperatura dell’acqua.
L’economia delle Maldive, come quella di altri paesi tropicali, dipende in larga misura dalle formazioni coralline, attraverso il turismo e l’industria della pesca. Fortunatamente le formazioni coralline maldiviane hanno mostrato una buona capacità di ripresa, ma la tendenza climatica in atto genera molta preoccupazione per il prossimo futuro. Studi scientifici in corso sono finalizzati a comprendere meglio la dinamica degli ambienti corallini e ad attuare misure efficaci di conservazione.