50° anniversario della strage di piazza Fontana - Discorso del Presidente del Consiglio comunale di Milano Lamberto Bertolé

50° anniversario della strage di piazza Fontana - Discorso del Presidente del Consiglio comunale di Milano Lamberto Bertolé

Signor Presidente della Repubblica, signor Sindaco, carissimi Familiari delle vittime, Consigliere e Consiglieri, autorità, cittadine e cittadini, 

nell’occasione del cinquantesimo anniversario della strage di piazza Fontana l’Aula consiliare, il cuore della democrazia della nostra città, ha il grande onore di accogliere e ospitare il Presidente della Repubblica. Un gesto di grandissima sensibilità e attenzione, da parte sua, Signor Presidente per il valore simbolico che questa data ha per la nostra città, per la nostra comunità e per l’intero Paese.

Cinquant’anni, mezzo secolo. L’Associazione dei familiari delle vittime, che oggi interverrà in questo consiglio straordinario con il suo presidente Carlo Arnoldi, ha attraversato questo tempo affrontando con grandissima forza, dignità e rigore, l’urgenza morale e civile di perseguire la verità e la giustizia e di mantenere vivo il ricordo di quell’attentato che ha lacerato le loro vite. Oggi abbiamo l’occasione di ringraziarli, manifestando la nostra vicinanza e porgendo loro l’abbraccio del Consiglio Comunale e di tutti noi. Una vicinanza manifestata anche dalla presenza di molti cittadini oggi in Galleria. Grazie al vostro instancabile impegno di testimoni, rivolto soprattutto alle nuove generazioni, il vostro lutto personale è diventato il lutto di un’intera comunità. In tutti questi anni avete incontrato migliaia di studenti, rendendovi sempre disponibili a raccontare e a far comprendere quanto accaduto. E’ stato un impegno civile in onore e a sostegno della nostra democrazia – perché una democrazia è tanto più salda quanto più i suoi cittadini sono in grado di comprendere quello che accade, a partire da una consapevolezza profonda di quanto è stato.

Questa giornata ricorre in una fase storica in cui l’attenzione alla memoria è particolarmente forte. Più alcuni eventi si allontanano, più nella società cresce la consapevolezza che il loro significato debba essere custodito e rinnovato. È questo un fatto importantissimo che ci responsabilizza molto come rappresentanti delle istituzioni. La cultura che non sia soltanto ornamento dello spirito, deve essere viva, feconda, necessariamente innervata di una memoria rinnovata al punto da agire nel presente. Non sono adeguate, in risposta a questo bisogno di consapevolezza, celebrazioni rituali, vissute come atto dovuto, che non siano soprattutto occasioni profonde per rinnovare quel patto tra le generazioni che è la memoria di ciò che è stato, come ci ha ricordato Liliana Segre, in piazza della Scala, due giorni fa.

Oggi vogliamo ricordare cosa è stata la strage di piazza Fontana: il tentativo eversivo compiuto dal gruppo veneto neofascista di Ordine Nuovo per sovvertire lo Stato democratico, con il favoreggiamento e la collusione di apparati deviati di alcune istituzioni, al fine di destabilizzare l’ordine pubblico e di rompere quel rapporto di fiducia tra i cittadini sulla cui base vive e si rafforza la democrazia.

Mi piace vedere quanto la città di Milano si stia attivando per questo anniversario: moltissimi sono gli eventi, le manifestazioni, i momenti di raccoglimento che dimostrano quanto sia vivo il ricordo tra i milanesi.

Fra tre giorni, il 15 dicembre, nella ricorrenza dei funerali delle vittime, apriremo tutto il giorno l’aula del Consiglio comunale per una giornata di confronto e ragionamento su quel momento così importante in cui la paura e il terrore non ebbero la meglio. Quella fu una delle giornate più alte della storia della nostra città, come ha scritto Corrado Stajano. A quel funerale solenne e silenzioso era presente tutta Milano: “una marea - sempre citando Stajano - di donne e di uomini sgomenti di dolore. La borghesia consapevole e la classe operaia formarono allora, con la serietà dei momenti gravi, un corpo unico nella città affratellata. Il possibile golpe fallì quel giorno”.

I funerali delle vittime furono infatti, la prima risposta – una risposta pacifica ma fermissima - della Milano più autentica. La Milano dei lavoratori, delle famiglie, la Milano della cultura, delle istituzioni, della scuola, del Sindacato Ai funerali partecipò chi aveva combattuto nella Resistenza per una libertà che qualcuno voleva distruggere. Tutti testimoniarono in prima persona l’opposizione a un micidiale progetto eversivo. Un progetto che nasceva sconfitto dalla risposta unitaria e imponente di un popolo libero e democratico.

La nostra è una democrazia solida. Ha dimostrato di esserlo con la fermezza delle sue istituzioni e la partecipazione dei suoi cittadini, quando eventi terribili e propositi antidemocratici hanno mirato a scuoterne le fondamenta. Nella nostra storia repubblicana la strage di Piazza Fontana è stato uno dei più oscuri di questi eventi, uno spartiacque.

L’abbraccio e il pensiero vanno anche ai tanti feriti di quel giorno, alcuni dei quali ancora portano sul corpo i segni visibili dell’accaduto.

Voglio salutare anche le figlie e la moglie di Giuseppe Pinelli che sono qui presenti. Pinelli è stato un'altra vittima innocente di quella stagione e di quei giorni. Prima vittima di sospetti infondati e infamanti, poi di una fine ingiustificabile. Milano vuole rimuovere l’oblio dal suo nome e riaffermarne l’onore e il valore.

Quest’anno ricorre anche il quarantacinquesimo anno della strage di piazza della Loggia. Saluto il Sindaco, il Presidente del Consiglio comunale di Brescia e Manlio Milani, presidente della Casa della Memoria di Brescia. Abbiamo costruito assieme un progetto di iniziative comuni, tra il Consiglio comunale di Milano e quello di Brescia, per rinnovare la memoria di quei cinque anni tra le due stragi e per raccontare l’unità storico-politica di quella fase. Anche in quel caso la matrice fu la stessa e altrettanto forte fu la reazione civile per bloccare quello che sarebbe dovuto derivarne secondo gli artefici.

La nostra democrazia, ne sono convinto, è solida. Questo significa che possiamo guardare senza limitazioni, senza censure e senza il timore di soccombervi, ai momenti più oscuri del nostro passato e della nostra storia. La memoria è possibile solo a partire da questa certezza. I giorni e poi gli anni che sono seguiti alla strage di piazza Fontana sono stati uno di questi momenti bui. Anni in cui componenti deviate di alcune istituzioni hanno lavorato per allontanare la verità e per depistare.

Oggi la mancata verità giudiziaria è frutto anche di quelle trame e della infedeltà alla democrazia di uomini che avrebbero dovuto esserne al servizio. Ricordando questo voglio però anche ricordare tutti i servitori dello Stato che hanno tenacemente combattuto per la verità e si sono scontrati con coloro che cercavano di occultarla. La presenza del Presidente della Camera l’anno scorso e oggi quella del Presidente della Repubblica, per la prima volta a palazzo Marino in occasione di questo anniversario, in modo incisivo e concreto raccontano la vittoria delle istituzioni democratiche, e rimarcano la censura di chi ha tradito. Un’altra Italia si è mossa da subito, nelle istituzioni e nella società civile, per trovare verità e giustizia in nome di tutte vittime.

Quell’Italia, quella stragrande maggioranza del nostro popolo che ha reagito, è stata il baluardo della nostra democrazia e della sua possibilità, il suo cuore pulsante. Oggi e in futuro lo saranno le giovani generazioni che ne raccoglieranno la testimonianza e gli insegnamenti, i quali alimentano il nostro desiderio di tolleranza, di convivenza pacifica, di piena realizzazione ed esercizio dei diritti civili e sociali sanciti dalla Costituzione. Gli stessi che i responsabili della strage avrebbero voluto cancellare.

Milano, la nostra città, non dimentica. Grazie.

Aggiornato il: 12/12/2019