I luoghi della Memoria

La città di Milano ospita diversi luoghi che raccontano la storia e sono diventati un simbolo della Memoria.

Di seguito alcuni siti dove poter ricordare gli errori del passato, per far sì che non si ripetano mai in futuro:

MemoMi è un luogo virtuale ed è la web tv dedicata alla storia e alla memoria di Milano, la prima piattaforma tv completamente dedicata a una città.
Con il suo archivio di oltre 400 video documentari e podcast ad accesso gratuito, dal 2014 conserva e produce racconti dedicati a personaggi, eventi, luoghi e curiosità del capoluogo lombardo, nella convinzione che se non si conosce il proprio passato e non se ne custodisce la memoria, non ci può essere uno sviluppo futuro in sintonia con la propria identità.

MemoMi nasce col desiderio di conservare e produrre un patrimonio di cultura, esperienze, storia, cronaca e costume che racconti la vita della “città che non c’è più” e sul quale integrare la memoria delle nuove genti che popolano la metropoli.

La piattaforma “MemoMi – La memoria di Milano” è patrocinata dal Comune di Milano ed è ideata e promossa dall’Associazione Chiamale Storie.

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Dal 2003 a Milano è presente un'area che ricorda i Giusti, ossia tutti coloro che si opposero ai genocidi e ai crimini contro l'umanità, questo spazio - situato nel Monte Stella - è il Giardino dei Giusti di tutto il mondo. 

Ogni anno, in occasione della Giornata dei Giusti (6 marzo), il giardino ospita la cerimonia di dedica di nuove targhe per onorare uomini e donne che in ogni tempo e in ogni luogo hanno fatto del bene salvando vite, si sono battuti in favore dei diritti umani durante i genocidi e hanno difeso la dignità della persona rifiutando di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni tra gli esseri umani. 

Questo museo a cielo aperto, che racconta le figure esemplari dei Giusti, può essere visitato in ogni momento dell’anno. 

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Il 25 aprile 2015 (in occasione del 70° Anniversario della Liberazione), è stata inaugurata a Milano la Casa della Memoria, uno spazio pubblico aperto alla città che ospita la sede di 5 associazioni: ANED, AIVITER, ANPI, Istituto Nazionale Ferruccio Parri e Piazza Fontana 12 dicembre 1969.

Questo edificio - dedicato ai valori della democrazia e della libertà, per cui la città di Milano ha combattuto nell'ultimo secolo - è stato voluto dall’Amministrazione comunale come monumento per omaggiare chi ha lottato contro il nazi-fascismo, le vittime del terrorismo e delle stragi del secondo 1900.

E' possibile visitare la Casa della Memoria per scoprire il programma di mostre, conferenze, performance e letture che animano l’edificio durante tutti i mesi dell'anno.

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Il Memoriale della Shoah sorge in un'area della Stazione Centrale di Milano, situata a livello stradale, sotto i binari ferroviari ordinari. Questo spazio originariamente era adibito alla movimentazione dei vagoni postali, ma tra il 1943 e il 1945 fu il luogo in cui migliaia di ebrei e oppositori politici furono caricati su vagoni merci e, una volta trasportati al sovrastante piano dei binari e posizionati alla banchina di partenza, venivano agganciati ai convogli diretti ad Auschwitz-Birkenau, Mauthausen e altri campi di sterminio e di concentramento, o ai campi italiani di raccolta come quelli di Fossoli e Bolzano.
Tra tutti i luoghi che in Europa sono stati teatro delle deportazioni, oggi il Memoriale è il solo ad essere rimasto intatto. Esso rende omaggio alle vittime dello sterminio e rappresenta un contesto vivo e dialettico in cui rielaborare attivamente la tragedia della Shoah. Un luogo di commemorazione, quindi, ma anche uno spazio per costruire il futuro e favorire la convivenza civile. Il Memoriale vuole essere, infatti, un luogo di studio, ricerca e confronto: un memoriale per chi c'era, per chi c'è ora, ma soprattutto per chi verrà.

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In via Ferdinando Gregorovius 15 è presente un luogo che custodisce la memoria storica di Milano.
Da magazzino comunale a polo archivistico, culturale e ad alta innovazione tecnologica. Dal 2016 ad oggi la Cittadella degli Archivi è stata protagonista di un'evoluzione costante che troverà la sua massima espressione nella nascita del polo archivistico "Mi.MA" - Milano Metropolitan Archive.

Attualmente il polo archivistico custodisce circa 80 chilometri lineari di documenti, con le carte storiche che partono dall'epoca napoleonica. Il cuore pulsante della Cittadella è rappresentato da "Eustorgio", il robot archivista capace di estrarre in modo automatico i faldoni contenenti i documenti.
Il progetto di ampliamento, affidato a Mm spa, si realizzerà attraverso la costruzione di un nuovo impianto meccanizzato, portando l'intero complesso della Cittadella a circa 190 km lineari complessivi di materiali; che renderà così la Cittadella il più grande archivio d'Europa in un unico sito.

E' possibile visitare la Cittadella degli Archivi e, previa autorizzazione rilasciata dalla Direzione della Cittadella e per esclusive ragioni di studio; ricercatori o studenti possono consultare ed eventualmente riprodurre i documenti liberamente consultabili conservati nei depositi della Cittadella e dell'ex Archivio Civico.

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Un mosaico per la Memoria. Nelle vie di Milano si possono trovare le Pietre d'Inciampo, a ricordo delle vittime dell'olocausto e delle persone uccise per la loro religione, etnia, idee politiche o orientamenti sessuali.
Le Pietre d'Inciampo sono un progetto monumentale europeo per tenere viva la Memoria di tutti i deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti che non hanno fatto ritorno nelle loro case. Il piccolo blocco quadrato di pietra (10x10cm), ricoperto di ottone lucente, è posto davanti alla porta della casa nella quale ebbe l'ultima residenza il deportato, del quale la Pietra ricorda con un'incisione:

  • il nome e cognome;
  • la data di nascita;
  • la data e il luogo di deportazione;
  • la data della morte (quando conosciuta).

In Europa ne sono state installate già oltre 70.000, la prima a Colonia, in Germania, nel 1995; sono le "Pietre d'Inciampo", Stolpersteine, in tedesco, iniziativa creata dall'artista Gunter Demnig come reazione a ogni forma di negazionismo e di oblio, al fine di ricordare tutte le vittime del Nazional-Socialismo, che per qualsiasi motivo siano state perseguitate: religione, etnia, idee politiche, orientamenti sessuali.

Ad oggi si possono trovare Pietre d'Inciampo in oltre 2.000 città in Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina, Ungheria oltre che in Italia con anche la città di Milano.

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Il 10 agosto 1944, a Milano, quindici partigiani vennero prelevati dal carcere di San Vittore per ordine del capitano della Gestapo Theodor Saevecke e fucilati all'alba, in piazzale Loreto, da un plotone di esecuzione composto da militi fascisti.

Nell'immediato secondo dopoguerra italiano, dopo la liberazione di Milano, la piazza venne per un breve tempo chiamata 'piazza dei Quindici martiri' a ricordo dei partigiani uccisi, per poi riprendere la sua precedente denominazione. Nello stesso periodo, sul luogo della strage e in memoria dei martiri ivi caduti fu eretto un cippo commemorativo. Tale cippo fu sostituito da un monumento eretto nell'agosto del 1960.

Il monumento ai martiri di piazzale Loreto è una scultura di Giannino Castiglioni posta in piazzale Loreto, all'angolo tra il piazzale e viale Andrea Doria, a ricordo delle vittime dell'eccidio nazifascista.

Il monumento presenta da un lato la figura di un martire sottoposto a esecuzione sull'iconografia di San Sebastiano; sul lato opposto è presente la scritta "ALTA L'ILLUMINATA FRONTE CADDERO NEL NOME DELLA LIBERTÀ", sotto la dicitura segue l'elenco dei 15 caduti, la data dell'eccidio, 10 agosto 1944 e i simboli della Repubblica Italiana e del Comune di Milano.

I 15 caduti sono: Bravin Gian Antonio, Casiraghi Giulio, Del Riccio Renzo, Esposito Andrea, Fiorani Domenico, Fogagnolo Umberto, Galimberti Tullio, Gasparini Vittorio, Mastrodomenico Emidio, Poletti Angelo, Principato Salvatore, Ragni Andrea, Soncini Eraldo, Temolo Libero e Vertemati Vitale.

Il 13 settembre 1943 i nazisti occuparono l'Albergo Regina e lo trasformarono nel quartier generale delle SS. Una volta requisito l'elegante edificio, all'interno delle sue stanze e nell'Ufficio IV B4 (incaricato in maniera specifica della persecuzione antiebraica), fino all'aprile del 1945, vennero torturati e uccisi partigiani, oppositori politici del nazifascismo ed ebrei.
All'ultimo piano si trovavano le celle di sicurezza, dove le vittime venivano sottoposte a lunghi interrogatori e torture, poi mandate al carcere di San Vittore e di qui in molti casi al binario 21 della stazione Centrale per essere deportate.

Nel "Regina" si insediò il comando della Sicherheitspolizei (SIPO-SD, Polizia di sicurezza), che comprende la Gestapo (Polizia politica), la Kripo (Polizia criminale) e il Sicherheitsdienst (Servizio informazioni e intelligence delle SS).
Tra i tanti spietati gerarchi e ufficiali nazisti, l'ex Albergo Regina ospitò il colonnello Walter Rauff - l'inventore dei Gaswagen, i camion della morte che avevano ucciso con i gas di scarico migliaia di ebrei in Europa orientale - e il capitano Theodor Saevecke, incaricato di coordinare la repressione antipartigiana.

Nel 2010, il Comune di Milano, in via Silvio Pellico 7, ha posto una targa per non dimenticare le atrocità commesse all'Albergo Regina, ex sede nazista delle SS. Nel 2022, dopo che ritrovamenti documentali degli ultimi anni negli archivi di Stato e di San Vittore hanno permesso di accertare che anche dei cittadini di religione ebraica sono passati per quelle stanze, la targa è stata sostituita per includere tutte le categorie dei perseguitati presso l'albergo.

Nel mese di giugno del 1944, il criminale di guerra Pietro Koch, aprì con la sua banda una Villa Triste (Villa Triste è l'appellativo di vari luoghi di tortura usati dai nazifascisti durante gli ultimi anni della seconda guerra mondiale quando fu istituita la Repubblica Sociale Italiana) in via Paolo Uccello 17, in quella che era “Villa Fossati”.
In questo luogo vi furono stipate fino ad un centinaio di persone, ammassate nei locali sotterranei trasformati in celle.
Le urla dei seviziati si sentivano fin dalla strada. Questa sede di torture ebbe vita breve: ci furono proteste da parte della popolazione milanese che costrinsero il ministro di giustizia della RSI Piero Pisenti, il 25 settembre di quello stesso anno, ad ordinare la chiusura di “Villa Triste”. La famiglia Fossati, proprietaria della Vila saputo dello scempio avvenuto, decise di non abitarla più e lasciarla in eredità ad un istituto missionario, che a sua volta lo donò ad una congregazione di suore.

Principale luogo di detenzione di prigionieri politici, partigiani, scioperanti e di ebrei, poi destinati ai campi di concentramento e di sterminio.
Sorto sull’antico convento dei Cappuccini di San Vittore agli Olmi, in Piazza Filangieri 2, il carcere di San Vittore, durante il regime fascista, divenne luogo di detenzione dei numerosi oppositori politici, vittime del Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Nel settembre 1943 i tedeschi, occupata Milano, requisirono un’ala del carcere, che da quel momento fu gestita direttamente dalle SS insediate presso l’Hotel Regina: assunsero il controllo del IV e del VI raggio destinati ai detenuti politici, e del V destinato agli ebrei. 
Per gli ebrei San Vittore ebbe funzione di campo di concentramento provinciale, nonché di raccolta per quelli arrestati nelle zone di frontiera con la Svizzera e nelle grandi città del Nord come Genova e Torino; inoltre fu anche un carcere con funzione di raccolta a livello regionale per i detenuti politici. 
San Vittore fu liberato il 26 aprile 1945 dai partigiani delle Brigate Matteotti.

Il monumento ai Piccoli Martiri di Gorla è un monumento ossario di Remo Brioschi Brioschi posto in piazza Piccoli Martiri a ricordo della strage avvenuta il 20 ottobre del 1944. La strage di Gorla causò la morte di 184 bambini (i "Piccoli Martiri di Gorla"), alunni della scuola elementare di Milano "Francesco Crispi", a seguito di un bombardamento aereo alleato.
Il monumento è costituito da un gruppo scultoreo in bronzo con una madre che sorregge il corpo di un bambino. 
Alla base è presente l’iscrizione: «Il popolo - piange duecento bambini - uccisi dalla guerra - qui nella loro scuola - con i loro maestri - 20 ottobre 1944» e alle spalle della figura femminile una struttura architettonica in granito con l'iscrizione “ECCO LA GUERRA”, seguita dalla data "20 - X - 1944" e dalla raffigurazione di un aereo che sgancia una bomba su un edificio e il risultato dello scoppio.