Incontro "PARTITI PER BERGAMO" - Mun. 5

PARTITI PER BERGAMO

  • luogo

    Sala Consiliare Municipio 5 - Viale Tibaldi, 41, 20136 Milano MI

  • data
    19 apr 2024
  • orario
    20:30
PARTITI PER BERGAMO

Locandina

L’ASSOCIAZIONE LA CONTA ODV, LA SEZIONE ANPI MARTIRI DI VIALE TIBALDI DI MILANO, LA SEZIONE ANPI “FIORE – GARANZINI” STADERA – GRATOSOGLIO, LA SEZIONE ANPI VIGENTINA E L’ASSOCIAZIONE” LE RADICI DELLA PACE – I 15” , CON IL PATROCINIO ED IL CONTRIBUTO DEL MUNICIPIO 5, VI INVITANO a partecipare all’incontro “PARTITI PER BERGAMO” dedicato all’eccidio  dei Martiri di Piazzale Loreto: Antonio G. Bravin, Giulio Casiraghi, Renzo Del Riccio, Andrea Esposito, Domenico Fiorani, Umberto Fogagnolo, Tullio Galimberti, Vittorio Gasparini, Emidio Mastrodomenico, Angelo Poletti, Salvatore Principato, Andrea Ragni, Eraldo Soncini, Libero Temolo e Vitale Vertemati, barbaramente trucidati da una banda fascista il 10 agosto del 1944.

Parteciperanno all’incontro: Il Presidente del Municipio 5, Claudio Molteni dell’ANPI Provinciale di Milano, Sergio Fogagnolo, figlio di Umberto, storico e studioso  ed alcuni cantori e musicisti della Sezione ANPI Martiri di Viale Tibaldi e non solo. Durante l’incontro verrà proiettato il docu-film “PARTITI PER BERGAMO” ricostruzione e testimonianze dirette dell'eccidio di quindici partigiani avvenuto in piazzale Loreto a Milano.

L’incontro avrà luogo, con ingresso libero e gratuito, dalle ore 20,30  di VENERDI’ 19 APRILE 2024  NELLA SALA CONSILIARE DEL MUNICIPIO 5 IN VIALE TIBALDI 41 A MILANO

BREVE STORIA DELL’ECCIDIO DEI MARTIRI DI PIAZZALE LORETO A MILANO

Milano ricorda ogni anno l’eccidio avvenuto il 10 Agosto 1944 in via Piazzale Loreto dove alle prime ore dell’alba quindici partigiani furono prelevati dal carcere di San Vittore e portati in piazzale Loreto e furono fucilati da un plotone di esecuzione composto da militi fascisti della Legione Ettore Muti, agli ordini di Theodor Saevecke, capitano delle SS.

La fucilazione di piazzale Loreto, come nel caso di Greco, di Robecco e del campo Forlanini, rientrava in un preciso piano: all’escalation del clima insurrezionale doveva corrispondere l’escalation del terrore.

Si trattava di quindici persone scelte a caso, accomunate dal desiderio di liberare la propria Patria dal giogo fascista e nazista, e per questa ragione in carcere. Condivideranno la stessa orribile e ingiusta sorte.

Fatti scendere nel cortile del carcere, diedero loro una tuta, facendo credere che erano destinati al lavoro in Germania. Infatti sul registro di San Vittore fu annotato a fianco ai loro nomi: “trasferiti per Bergamo”. Stipati su un autocarro, furono condotti in piazzale Loreto, e qui uccisi.

Al momento dell’esecuzione il piazzale era deserto, stante l’ora. L’ufficiale tedesco diede l’ordine ai militi di fare un cordone intorno al mucchio di cadaveri, al di sopra del quale affisse un cartello che indicava che erano stati uccisi per rappresaglia. Le salme vennero esposte sul luogo dell’esecuzione fino al pomeriggio. I militi fascisti ridevano istericamente davanti a quel mucchio di cadaveri ancora caldi.

Nel frattempo cominciarono a transitare in piazzale Loreto gli operai che si recavano al lavoro, tutti si fermavano ad osservare il mucchio di cadaveri buttati in terra in tutte le posizioni, cosparsi di terribili ferite e di sangue. Uno spettacolo impressionante: ci furono scene di tensione e spavento, alcune donne svenirono e in tutti era evidente lo sdegno e l’orrore. Venne impedito qualsiasi gesto di omaggio da parte della popolazione e dei parenti. I primi testimoni furono i pendolari dal monzese e dal vimercatese. Nel giro di un’ora, il racconto della carneficina e dei volti truci dei militi fascisti della Legione Ettore Muti di guardia, si diffuse in tutte le fabbriche e per la città. Chiunque avesse un parente, un amico o un compagno arrestato, o alla macchia, si precipitava col cuore in gola pregando di non ritrovarlo nel mucchio. Tanti arrivarono per umana pietà, altri per onorare i caduti. Quel triste corteo, tra l’incredulità e il pianto, tra lo sgomento e l’odio, fu un atto di coraggio e di condanna della Milano popolare e antifascista. (fonte ANPI)