In viaggio con Francesco Messina: la Versilia - Studio Museo Francesco Messina
In viaggio con Francesco Messina: la Versilia
Forte dei Marmi e la Versilia sono stati per decenni luogo di incontro di artisti e di letterati italiani che, in questo territorio compreso tra il Tirreno e le Alpi Apuane, hanno trovato una fonte di ispirazione e un terreno fertile per le loro sperimentazioni: prima di essere una meta alla moda, la Versilia è il palcoscenico di un vivace ambiente culturale e crocevia dei protagonisti dell’arte del Novecento.
Francesco Messina scopre la Versilia all’inizio degli anni Venti, grazie all’artista Lorenzo Viani, originario di Viareggio. L’artista, che sta conoscendo i primi grandi successi – al 1922 risale, per esempio, l’invito a partecipare alla sua prima Biennale di Venezia – frequenta studi e laboratori artistici, lavorando il marmo delle vicine cave.
Nel corso degli anni, Francesco Messina e la sua famiglia trascorrono lunghi periodi della bella stagione in Versilia che ne diventa la “residenza estiva”. A differenza di altri artisti che frequentavano la zona, lo scultore non ha una casa propria, ma adora soggiornare sempre nello stesso piccolo albergo che gli garantiva grande tranquillità.
“Amo il mare come elemento indispensabile alla mia natura di isolano: amo la maestosa scenografia del paesaggio apuano e la vastissima marina che ripercorro ogni giorno in passeggiate mattutine sulla battigia. Lavoro il marmo nella vicina Pietrasanta. Ma Forte dei Marmi per me vuole dire soprattutto, la presenza di Carrà, di Funi, e voleva dire Soffici” scriveva in un testo in ricordo di Ardengo Soffici del 1966, da poco scomparso, compreso nella sua autobiografia “Poveri Giorni” pubblicata nel 1974. Proprio a casa di Soffici, infatti, Messina racconta di aver trascorso tra le migliori serate estive, spesso in compagnia anche di sua moglie e di sua figlia.
A memoria della presenza e delle frequentazioni di Messina in Versilia rimangono alcune fotografie che lo ritraggono, per esempio, nel 1959 nelle cave di Colonnata o nel 1965 nello studio di Pietrasanta al lavoro su una grande Madonna in marmo o intento a giocare a bocce con gli amici Carlo e Massimo Carrà, Roberto Longhi – uno dei più grandi critici e storici dell’arte del Novecento o a chiacchierare con Ardengo Soffici.
Lo Studio Museo di Milano, inoltre, conserva “Beatrice” una scultura in gesso policromo modellata a Forte dei Marmi nel 1958. Dal gesso sarà tratto un bronzo esposto alla VII Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma, di cui sempre allo Studio Museo si conserva una delle versioni note.