Per la produzione di energia ancora oggi ci si affida prevalentemente a fonti non rinnovabili (ossia destinate a esaurirsi con il tempo) le quali hanno pesanti ricadute sull’ambiente, come la produzione di gas serra e di scorie radioattive. Tali fonti di energia sono i combustibili fossili (carbone, petrolio e gas) e l’uranio.
Le fonti energetiche rinnovabili sono quelle destinate a non esaurirsi. Tra queste vi è la geotermia, basata sullo sfruttamento del gradiente termico naturale della crosta terrestre.
 

L’ENERGIA GEOTERMICA
Alcune regioni crostali sono caratterizzate da magmi a bassa profondità e da un flusso di calore verso la superficie più forte e queste aree sono quelle dove lo sfruttamento della geotermia è più favorevole.
La prima volta che l’energia geotermica fu utilizzata per produrre energia elettrica fu nel 1904 in Italia e precisamente a Larderello, ad opera del Principe Ginori Conti.
Il potenziale disponibile di energia geotermica è immenso, ma ancora oggi lo sfruttamento è ancora modesto, rappresentando meno dell’1% del fabbisogno globale.

IL LITIO
Con la scoperta della possibilità di costruire batterie agli ioni di litio, avvenuta nei primi anni ‘80 dello scorso secolo e che è valsa agli scopritori il premio Nobel per la chimica nel 2019, si è aperto un mondo completamente nuovo nel campo dell’immagazzinamento dell’energia. Si tratta infatti di batterie leggere, in grado di immagazzinare una grande quantità di energia e ricaricabili centinaia di volte prima di perdere la propria capacità.
Il litio, diventato negli ultimi anni una delle materie prime più importanti per l’industria, è presente in grandi riserve nelle brine presenti negli strati sotto la superficie dei laghi salati in diverse regioni del globo, ma soprattutto in Bolivia, Argentina e Cile. All’interno dei silicati, il litio può essere abbondante in alcuni giacimenti pegmatitici distribuiti in tutti i continenti.