Giornata Mondiale della Fibromialgia

Giornata Mondiale della Fibromialgia

Milano, 10 maggio 2023 - Venerdì 12 maggio 2023 si celebra in tutto il mondo la Giornata di sensibilizzazione della Fibromialgia che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto, e classificata nella International Classification of Diseases.

Anche il Municipio 2 aderisce alla campagna di sensibilizzazione "Il nostro dolore merita riposo" proposta da AISF - Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica ODV, e realizzerà una panchina viola con una targa esplicativa, nell'ambito delle iniziative atte a coinvolgere l’opinione pubblica ed approfondire gli studi di questa malattia non riconosciuta e spesso trascurata, che colpisce circa 3 milioni di italiani con una netta prevalenza al mondo femminile. 

Importante è potenziare la ricerca per studiare e riconoscere i sintomi per meglio affrontare la malattia, che viene definita "invisibile", perché spesso non dà segni clinici né rilevabili tramite esami radiologici. La mancanza di una diagnosi univoca crea spesso problemi. 
I suoi sintomi sono complessi e invalidanti: si va dal dolore diffuso in tutto il corpo alla stanchezza cronica, disturbi del sonno, ansia, disturbi dell’umore e tante altre patologie correlate che spesso sono confuse con altre malattie, generando una perdita di tempo nella sua individuazione.

Regione Lombardia, con la Commissione Tecnica sulla Fibromialgia della Rete Reumatologica regionale ed in collaborazione con le associazioni dei pazienti di riferimento sul territorio, costituirà la Rete regionale dei Centri per la diagnosi e cura della fibromialgia.

 

Più nel dettaglio:


La sindrome fibromialgica

È una condizione clinica caratterizzata da dolore muscolo scheletrico cronico e diffuso a tutto il corpo (ossia, non ben localizzato), anche a riposo, spesso associato a stanchezza, cefalea, disturbi del sonno, problemi cognitivi (di attenzione, memoria etc.), problemi psichici (ansia, depressione, disturbi dell’umore), colon irritabile e ad un insieme di sintomi somatici e neurovegetativi che possono avere un rilevante impatto sulla qualità di vita dei pazienti. Il dolore tipico di questa malattia, si può evocare premendo con le dita su determinati punti del corpo detti “tender points” (punti sensibili).
I “fibromialgici” presentano infatti un'amplificazione dello stimolo doloroso, per cui la soglia del dolore si abbassa notevolmente ed anche normali gesti quotidiani o stimoli innocui possono attivare una risposta dolorifica importante, soprattutto in corrispondenza dei tessuti molli, muscoli, legamenti e tendini, in assenza di processo infiammatorio.

La malattia procede a fasi alterne, con periodi acuti collegati a momenti di stress o stili di vita scorretti e periodi di relativa remissione. Nonostante le cause e i meccanismi che portano alla comparsa della fibromialgia non siano state del tutto chiarite, si ritiene che questa condizione possa essere il risultato di una dis-regolazione nei meccanismi di controllo del dolore e della sua amplificazione da parte del sistema nervoso centrale.

Viene considerata come patologia reumatica di natura extra-articolare e può essere confusa con l’artrite o altri disordini immunologici, ma a differenza di queste, non condiziona infiammazione visibile o danni alle articolazioni o ad altre strutture corporee.

La fibromialgia è più frequente nelle donne, e può svilupparsi a qualsiasi età: nel 90% dei casi colpisce le donne tra i 20 e i 55 anni, nel pieno dell'attività lavorativa e sociale. Solitamente la patologia esordisce dopo uno stress importante, sia emotivo, come a causa di un lutto, sia fisico, come un trauma o un incidente.

A livello internazionale, si stima che la prevalenza sia compresa tra il 2% e l’8% con una incidenza tra 7-11 casi annui per 1.000 persone; a livello nazionale le stime sulla prevalenza della fibromialgia indicano valori tra 1.1 e 3.7% della popolazione generale (circa 2 milioni di persone).

La diagnosi

Identificare e inquadrare correttamente la patologia non è semplice, poiché non esistono test specifici o esami di laboratorio. La diagnosi è quindi essenzialmente clinica e si basa su sintomi caratteristici, alcuni specifici criteri e sulla esclusione di altre malattie, mediante una anamnesi di eventuali eventi stressanti o dolorosi, una visita medica accurata e la verifica attraverso la digitopressione delle parti dolenti.

In sintesi, per la diagnosi di fibromialgia devono essere presenti contemporaneamente i seguenti 3 criteri:

  • dolore diffuso in specifiche aree e regioni del corpo;
  • presenza di sintomi caratteristici (astenia, problemi legati al sonno, cognitivi, emicrania, dolore/crampi addominali, depressione) che compromettono la vita quotidiana;
  • durata della sintomatologia almeno 3 mesi.

Per la diagnosi precoce tramiteTender Points, nel 1990, l’American College of Rheumatology(ACR) ha individuato 18 punti che rispondono con dolore circoscritto ad una azione di digitopressione pari a circa 4 Kg, presenti simmetricamente su entrambi i lati del corpo. Tra questi:

  • alla base del cranio accanto alla colonna vertebrale;
  • alla base del collo nella parte posteriore;
  • in cima alla spalla verso la parte posteriore;
  • fra la clavicola e la spina dorsale;
  • sulla cassa toracica;
  • sul bordo esterno dell’avambraccio (circa 2 cm al di sotto del gomito);
  • nella parte superiore dell’anca;
  • nella parte alta dei glutei;
  • sul ginocchio.

Il trattamento

È finalizzato principalmente a ridurre o attenuare la gravità dei sintomi caratteristici e a migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Ad oggi, non esistono farmaci specifici per la fibromialgia. Le soluzioni più efficaci attualmente disponibili fanno parte della classe degli antidepressivi, dei miorilassanti e degli antiepilettici.
L’approccio terapeutico è multidisciplinare e basato su un programma individualizzato di cura che includa diverse tipologie di interventi farmacologici e specialistici. 

Aggiornato il: 12/05/2023