Concetto spaziale, Fontana di Mariasole Ariot

Concetto spaziale, Fontana di Mariasole Ariot

Si apre – appare un foro – una costola strappata al mondo – minuscoli semi piantati che crescono nel buio – e quanto sono soli – e quanti soli germiniamo

I crocifissi non richiamano i passati – premono i bulbi conficcati nello spazio – questo territorio nero, l’aperto che sconfina – che crea concetti sulle dita – dilata gli assoluti

Il verbo pronuncia il sangue biondo dell’estate – la carne che si duole e non è carne – le vene che presenta un nuovo nato – torcendo il docile alla notte – prossimi a cecità ci appare un vuoto – dove l’attesa non dice – la genesi del sudario

Il cretoso ci ammutina – muta senza selva una stanza rovesciata – il buio che sprofonda – il terriccio degli alberi stranieri – ci anneriamo nella linfa – la lingua sconsacrata per la luce

Di tinta in tinta ci incammina – un salto trattenuto nei profondi – le età che non offrono compenso – il movimento delle cose taciute – il tacito argomento delle ombre.


Mariasole Ariot | Biografia

Nasce a Vicenza nel 1981, ha pubblicato le raccolte Simmetrie degli spazi vuoti (Arcipelago, Milano 2013) e Anatomie della luce (Aragno, Milano 2017). 


 

In foto: Lucio Fontana, Concetto spaziale, 1957, particolare