Parco Lambro

Municipio 3
Ingresso: via Feltre, via Casiraghi
Orari: accesso libero
Come arrivare: M2 Udine | 19

Superficie: 773.000 mq
Anno di realizzazione: 1936
Progettisti: Enrico Casiraghi; negli anni ‘50 Romano Beretta, Ufficio Tecnico Comune di Milano

Cosa fare al parco

  • 1 area gioco
  • passeggiare
  • sosta e relax
  • correre
  • andare in bicicletta
  • percorsi vita
  • percorso Disc Golf
  • campo da skating Lambrooklin e da calcio
  • i cani devono essere condotti al guinzaglio tranne che nelle aree segnalate

Il parco in breve

Il parco Lambro è fatto risalire all’architetto Casiraghi che nei medesimi anni realizzò anche il parco Solari. 
Dominato dal fiume Lambro che lo attraversa, il parco originario riproduceva l’alternarsi degli elementi tipici della campagna lombarda, con i suoi fiumi, le rogge, le acque in generale e la loro vegetazione tipica, dove colline verdi si avvicendano a cascine e ai loro campi coltivati.

La Seconda Guerra mondiale e la necessità di legna da ardere compromisero il parco originario, ma non l’idea sottostante, dal momento che nel dopoguerra, ripopolato di alberi, continuò a trasmettere la suggestione della campagna lombarda, dove i laghetti, prosciugati, hanno accentuato il movimento ondulato del verde e dove i terreni coltivati si alternano ai prati attraversati da lunghi viali. 

La componente agricola è mantenuta da una della cinque Cascine, la San Gregorio, che ancora coltiva i campi a foraggio con l’acqua delle marcite. E delle antiche rogge, due sono tuttora in funzione, l’Isola e la Molinara, entrambe deviazioni del fiume Lambro. Suggestiva è rimasta la vegetazione lungo le rive del Lambro, con le forme e i colori dei salici piangenti, le robine, il ginko, il noce nero, gli ippocastani, pioppi, gli olmi, le magnolie.

Oltre alla Cascina San Gregorio Vecchio, con una corte quadrata, abitazioni e fienili, sono da ricordare la cascina Mulino Torrette, dove vi sono due ruote a pale e le macine del mulino, ristrutturata e sede dell’Associazione Exodus; la Cascina Cassinetta San Gregorio, con due fabbricati ristrutturati; Cascina Biblioteca, sede della cooperativa sociale Cascina Biblioteca, di Consorzio SiR, ANffASS e Idea Vita, Cascina Mulino San Gregorio, sede delle GEV, le Guardie Ecologiche Volontarie.

La pavimentazione é in asfalto e in pietra naturale. 

Il parco è circondato dai quartieri Rottole, Cimiano e Feltre, confina con i comuni di Vimodrone e Segrate ed è attraversato dalla Tangenziale Est.

Fu realizzato nel 1936 su progetto dell’architetto Enrico Casiraghi, con l’obiettivo di preservare e sottolineare il paesaggio lombardo, sfruttando l’omonimo fiume con le sue rogge e i fontanili e la rigogliosa vegetazione spontanea. Il progettista modellò l’area attraverso particolari scorci prospettici, creò tre colline artificiali e due laghetti (oggi prosciugati e conservati come avvallamenti nel terreno) e disegnò un sistema di viali lunghi circa 4000 metri.

Distrutto in gran parte durante la Seconda Guerra Mondiale (gli alberi furono tagliati per ricavarne legna da ardere), è stato ricreato nel corso degli anni ‘50 e ‘60 con l’acquisizione di nuovi terreni e la posa di nuovi alberi.

All’interno del Parco esistono aree agricole a foraggio che conservano la caratteristica delle coltivazioni a “marcita” (antico metodo di coltura inventato dai monaci cistercensi).

Negli ultimi anni il Comune ha promosso una campagna di valorizzazione dell’area per ripristinare il suo antico ruolo di “succursale campestre” della città.

Nel parco ci sono cinque cascine, di cui una sola ha mantenuto caratteristiche e funzioni originali, la Cascina San Gregorio Vecchio. Si trova in viale Turchia, dove attorno a un’ampia corte quadrata sorgono nuclei abitativi, stalle e fienili. Vi é poi la Cascina Mulino Torrette, in via Marotta, che è stata completamente ristrutturata e di cui esistono ancora le due ruote a pale e le macine del mulino, sede dell’Associazione Exodus per il recupero dei tossicodipendenti. La terza é la Cascina Cassinetta San Gregorio, sempre in via Marotta, costituita da due fabbricati completamente ristrutturati. La quarta é la  Cascina Biblioteca in via Casoria, in attività fino agli anni ‘70 e ora sede di una comunità per disabili. Infine c'è la la Cascina Mulino San Gregorio in via Van Gogh sede delle GEV.

Principali specie arboree

  • Albero dei tulipani (Liriodendron tulipifera)
  • bagolaro (Celtis australis)
  • ciliegio da fiore giapponese (P. serrulata ‘Kanzan’)
  • cipresso calvo (Taxodium distichum)
  • faggio (Fagus sylvatica)
  • ginkgo (Ginkgo biloba)
  • ippocastano (Aesculus hippocastanum)
  • mirabolano a foglia rossa (Prunus cerasifera‘Pissardii’)
  • noce nero d’America (Juglans nigra)
  • olmi (Ulmus carpinifolia, U. laevis e U. pumila)
  • pioppo cipressino (Populus nigra ‘Italica’)
  • robinia (Robinia pseudoacacia ‘Bessoniana’ e ‘Umbraculifera’)
  • storace americano (Liquidambar styraciflua)

Le Guardie Ecologiche Volontarie hanno realizzato un percorso botanico per il riconoscimento degli alberi del parco. Da menzionare per le notevoli dimensioni un pioppo cipressino e un pioppo del canada, oltre a un olmo e a una magnolia nell'area giochi.

Acqua e dintorni

Un tempo circondato e percorso da acque, attualmente di rogge e canali rimangono solo alcuni segni. Due quelle in funzione: la roggia Isola, una deviazione del fiume che nasce in via Licata, all’altezza della Capannina e rientra nel fiume Lambro all’altezza di via Van Gogh, e la roggia Molina o Molinara, una seconda deviazione del fiume che serviva ad alimentare i due mulini che esistevano nella zona.

Aggiornato il: 26/10/2022