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Laura ci ha raccontato la sua esperienza da operatrice di WeMi Tate Colf Badanti.

Ha studiato psicologia e ha avuto diverse esperienze lavorative nel campo delle risorse umane, da un anno e mezzo si occupa di ricerca di assistenti familiari presso WeMi.

Di cosa mi occupo

All’interno di WeMi Tate Colf badanti mi occupo di una serie di attività: oriento i cittadini che ci contattano nel trovare la soluzione ideale ai loro bisogni; svolgo i colloqui con i lavoratori che si registrano sul portale WeMi, analizzando le loro competenze e valutando i loro profili professionali;

rispondo alle richieste da parte delle famiglie alla ricerca di una figura di supporto (badanti, baby sitter, colf); mi occupo di individuare la giusta figura da proporre sulla base dell’analisi del bisogno dei cittadini.

Sicuramente aver studiato psicologia (con un background professionale di tipo sanitario) mi aiuta a fare in modo più efficace l'analisi del bisogno delle famiglie, riuscendo al contempo a comprendere meglio le patologie dell’anziano (nel caso di richieste di badanti).

Quali difficoltà

La parte più difficile di questo lavoro è cercare di capire quali sono i reali bisogni delle persone che ci contattano. Inoltre a livello umano a volte ci sono storie che colpiscono maggiormente: ad esempio, qualche giorno fa, ho avuto modo di fare un colloquio con una ragazza madre che vive in comunità con il proprio figlio disabile. Per lei trovare lavoro è urgente…

Purtroppo capita spesso che il bisogno di lavoro sia accompagnato da ulteriori difficoltà e gestire queste complessità non è facile.

Perché amo il mio lavoro

Mi piace conoscere la storia di vita della persona che ho di fronte, capire come è arrivata fino a qui, al di là delle esperienze lavorative, mi interessano le sue esperienze personali.

Ritengo che il servizio di Tate Colf Badanti sia un aiuto concreto e gratuito a favore di tutte le famiglie ed i lavoratori che necessitano di un supporto nel settore domestico e questo elemento di utilità è tra gli aspetti che più mi piace del mio lavoro.

Storie da ricordare

Ho avuto modo di conoscere un cittadino che inizialmente ci ha inoltrato la richiesta di una badante per sua madre.  Dopo aver individuato la figura giusta per la sua situazione ed evidentemente soddisfatto per il servizio ricevuto, ha inoltrato altre richieste per parenti e conoscenti. Nel tempo, il rapporto che si è creato è di completa fiducia. Lui è sempre stato molto sincero e questo mi ha permesso di trovare sempre la persona giusta.

Un’altra storia che mi ha colpito è quella di una signora di 97 anni, sola, che è riuscita ad arrivare al servizio in completa autonomia.  Ha chiamato lo 020202, è stata ricontattata da noi e poi abbiamo inserito insieme la sua richiesta sul portale. Aveva bisogno di compagnia e di qualcuno che la aiutasse a gestire la casa e siamo riuscite a trovare la persona giusta per lei.  Adesso non è più sola!

Tra le assistenti familiari sono molte le storie che colpiscono, poi ce ne sono alcune che ti rimangono nel cuore, come quella della signora Dora, una badante che ha sempre lavorato in convivenza. Mi ha colpito perché è stata fin da subito molto onesta, mi ha detto che aveva bisogno di trovare un lavoro prima di andare in pensione e star vicino finalmente ai suoi nipoti. E’ stata molto trasparente e, con i suoi 25 anni di esperienza, non è stato difficile trovarle un lavoro accompagnandola nella realizzazione del suo progetto di vita.

Consigli per i lavoratori

La cosa che un lavoratore non dovrebbe mai fare durante un colloquio è mostrarsi troppo bravo in tutto. Ci sono persone che si presentano come esperte in qualsiasi cosa (pur non avendone titolo e/o esperienza).

Meglio essere sinceri rispetto alle proprie competenze ed ai lavori svolti in precedenza. Essere onesti alla fine premia rispetto alla buona riuscita dell’incontro tra lavoratore e famiglia ed è il migliore orientamento da seguire per trovare un lavoro adatto al proprio profilo professionale.