Iscrizioni al Famedio Discorso del Sindaco Giuseppe Sala

Iscrizioni al Famedio Discorso del Sindaco Giuseppe Sala

Signor presidente del Consiglio Comunale, care amiche e amici,
la cerimonia di iscrizione al Famedio che teniamo quest’anno è più raccolta a causa delle norme di sicurezza imposte dall’epidemia: è però un momento forse più intimo e certo non meno significativo per la nostra comunità cittadina.
Oggi tutta Milano dedica il suo abbraccio a grandi figure della sua storia: donne e uomini che sono ancora qui tra noi con la grandezza, il senso civico, il genio che ci hanno regalato con la loro vita e il loro lavoro. 
 
La giornata di oggi ci ricorda che abbiamo bisogno di grandezza. Abbiamo bisogno di obiettivi alti e ambiziosi, e le persone iscritte al Famedio ci hanno lasciato una testimonianza chiara e indelebile di cos’è la grandezza.
Abbiamo però bisogno anche di una grandezza quotidiana, che riguarda tutti, che ci renda parte di un unico progetto. E il Famedio è anche questo: un monumento all’unità di tutti i milanesi. 
 
Dal 1870 il Famedio riunisce nell’unica appartenenza milanese persone diverse, unite nella diversità; donne e uomini differenti per provenienza, per sensibilità e per storia personale che a Milano sono diventati parte di un percorso comune di crescita e di sviluppo. Milanesi che con il loro lavoro hanno fatto grande questa città e con essa tutto il Paese
 
Questo luogo ci insegna insomma il valore dell’essere uniti. Ci invita ad essere parte attiva di un’unica comunità di cittadini. È questo valore che oggi dobbiamo coltivare, promuovere e fare nostro nel profondo del cuore, per superare questo momento difficile e tornare a guardare con speranza al futuro.
 
Nel Famedio sono iscritti nomi che per tutti noi sono familiari, nomi che fanno parte della nostra memoria collettiva. Questo però non è un monumento che celebra un passato glorioso, ma una realtà viva, in divenire, come la nostra città.
Ogni anno nuovi nomi, nuovi esempi di eccellenza nella vita e nel lavoro entrano a far parte di questo grande tempio cittadino dedicato alla nostra storia, alla nostra città, a ciò che Milano ha saputo creare e continua a creare e per sé, per l’Italia e per il Mondo intero.
 
Oggi iscriviamo al Famedio otto donne e dieci uomini (*) che hanno saputo portare un contributo originale e insostituibile negli ambiti e nelle discipline più svariate: dall’arte alle professioni, dalla politica alla cultura. Alcuni di loro hanno fatto dell’impegno civile la loro battaglia, altri hanno lasciato opere memorabili, alcuni si sono dedicati ai più deboli, altri ci hanno contagiati con la loro passione per lo sport, altri ancora ci hanno fatto sorridere e meditare con la loro arte.
 
Il presidente del Consiglio Comunale tra poco, nel suo intervento, darà il giusto risalto al nome e all’opera di ciascuno di loro.
Voglio ringraziare il presidente Bertolè e tutti i membri della Commissione per le Onoranze per il loro lavoro e per la decisione unanime con cui hanno saputo selezionare i nomi da iscrivere al Famedio. Li ringrazio perché ci hanno mostrato che ci si può dividere su tante cose, ma di fronte alla grandezza e alla generosità di una vita spesa per tutti, ci si può ritrovare uniti.
 
Capacità di confronto tra diverse sensibilità e soprattutto collaborazione leale e costruttiva tra tutte le Istituzioni sono sempre state alla base della crescita civile della città e del Paese, soprattutto nei momenti più difficili. 
Oggi quei valori sono più necessari che mai: spirito di servizio e dedizione al bene comune sono indispensabili per superare questa fase e ripartire domani con più forza e ottimismo.
 
Chi è ricordato nel Famedio è un maestro per tutti noi milanesi.
Oggi abbiamo bisogno di questi maestri, per non cedere allo scoraggiamento di questi mesi difficili, di dolore, di incertezza. La loro vita, le loro opere, la loro tenacia dimostrano che Milano, anche nei momenti più difficili, c’è, e che da Milano può partire una parola di speranza. 
 
La riserva di passione, di entusiasmo e di laboriosità di Milano è pronta - anche oggi - a restituire all’Italia l’energia di cui ha bisogno per un nuovo inizio. Per ripartire domani su basi nuove, cogliendo da questa crisi drammatica lo spunto per superare errori del passato e immaginare un futuro migliore. Un futuro che io sogno più giusto, più verde, più solidale.
 
L’esempio di queste donne e di questi uomini, infatti, non è solo memoria, ma è invito all’azione. I problemi di oggi non possono farci dimenticare di cosa è capace la nostra città. Di quali eccellenze è dotata e quali frutti di progresso ha offerto e potrà ancora offrire al Mondo. 
 
Oggi affermiamo che Milano è pronta a raccogliere il loro testimone. 
Ci attendono grandi sfide che dobbiamo vincere tutti insieme, a partire da quella drammatica che stiamo affrontando per superare l’epidemia. 
Sono sfide che richiedono uomini e donne come quelli che da oggi saranno ricordati nel Famedio; persone capaci di lavorare e di sognare. Capaci di passione. Capaci di affermare con il proprio talento e il proprio genio la grandezza di questa comunità aperta, solidale e inclusiva che è Milano.
Grazie a tutti.

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Aggiornato il: 02/11/2020